
Gli incontri stupefacenti di Bianca & Thomas.
Il primo appuntamento della rubrica “Spaccio Grosso on the road” è dedicato ad un’esperienza nella bellissima Costiera Amalfitana. Parliamo di una terra antichissima, ricca di storia e vita, caratterizzata da scorci mozzafiato a strapiombo sul mare, come quelli offerti sui tornanti che portano verso Positano, la piccola Nerano o la stessa Amalfi, una delle quattro gloriose repubbliche marinare.
La costiera amalfitana è un luogo incantato che però non vive di solo mare, ed anche se il turismo si concentra principalmente sui vari paesini e villaggi di pescatori risalire dalle spiagge bagnate dal mare cristallino e ritrovarsi a passeggiare in paesini senza tempo, è un attimo. Basta infatti puntare verso l’entroterra e nel giro di 10 minuti ci si ritrova a contatto con borghi e realtà dove ancora oggi vengono tramandate le tradizioni locali che hanno reso celebre nel mondo queste zone, come ad esempio quelle le maioliche artistiche vietresi.
L’obiettivo principale della missione però era una questione più legata alle nostre papille gustative vogliose di scoprire il buono della tradizione locale ed abbiamo trovato pane per i nostri denti.
Nella terra dei limoni che comprende il territorio che si estende da Sorrento fino a Vietri sul Mare (al confine con la città di Salerno), c’è modo di divertirsi parecchio con una serie infinita di eccellenze enogastronomiche, tra cui spiccano ad esempio le alici di Cetara o la ricotta di Tramonti.
Proprio Tramonti, paese particolarissimo collinare tra i meno battuti della zona, è stata la nostra scelta per questa uscita fuori porta. Qui è dove ha le sue radici la antichissima Tenuta San Francesco, un’azienda a conduzione familiare che, lontana dal caos e fuori dai percorsi mainstream del turismo di massa, ha puntato tutto sui valori del territorio e sull’esportazione di un tipo di sapori sempre più rari.
LA STORIA DELLA TENUTA SAN FRANCESCO
L’attuale conformazione della Tenuta San Francesco è abbastanza recente, ma affonda le sue radici in una tradizione centenario tramandata gelosamente da padre in figlio e tra poco vedremo perché questo territorio è così particolare.
Nel 2004 l’intuizione ha portato quattro famiglie storiche della zona ad unire le forze, così dalla collaborazione tra i fratelli Gaetano e Generoso Bove insieme ai due amici, Luigi Giordano e Vincenzo D’avino è nata quella che attualmente è l’azienda di viticoltura che abbiamo avuto modo di visitare.
Tutti collaborano sinergicamente per gestire le varie e grandi difficoltà di una viticoltura che è resa complicata dal fatto che ci troviamo su un territorio collinare dove sono necessari terrazzamenti per le colture e le vigne sono sparse così per l’intero territorio comunale, il più vasto di tutta la costiera.
Tramonti è il nome del comune ma tecnicamente non è un unico paesino, bensì l’unione di 13 piccole frazioni, centri abitati sparsi e anche lontani tra loro, divisi dalle colline che incedono come onde e delineano un susseguirsi di saliscendi che gli spostamenti davvero faticosi.
Il territorio di Tramonti insieme a Furore e Ravello, altre due gemme della costiera amalfitana, da vita alla cosiddetta “DOC Costa d’Amalfi”, che ha caratteristiche ben precise che si ritrovano solo in questi paesini che non affacciano sul mare.
Il fatto di essere in collina e relativamente lontano dal mare, si è rivelato fondamentale ed il motivo è legato ad alcuni avvenimenti storici risalenti addirittura al XII secolo. Si narra infatti che, all’epoca in cui il territorio di Amalfi si trovava sotto il Regno Normanno, quando ci fu l’invasione dei saraceni estirparono tutte le viti, in quanto era uno dei simboli della cristianità. Solitamente però il passaggio dei saraceni avveniva solo lungo la costa, difatti non vi sono più viti ma possiamo ammirare enormi distese dei migliori limoni al mondo, divenuti uno dei simboli immortali di tutta la zona.
Tramonti, Furore e Ravello, poste in quota e in zone più riparate furono quindi risparmiate dalla furia del passaggio dei Saraceni, ma questa non è stato l’unico avvenimento storico legato alla formazione della DOC Costa d’Amalfi.
Difatti molto prima del XII secolo ci fu un altro accadimento storico fondamentale, ovvero l’eruzione del Vesuvio risalente addirittura al ‘79 dC, che ha reso letteralmente unici questi terreni e le uve che vengono tutt’oggi coltivate.
Possiamo dire che le viti locali sono vere e proprie figlie del Vesuvio, a cui la grande eruzione ha donato uno strato superficiale di pietra pomice tale da renderle resistenti all’attacco della fillossera*.
NOTA: la fillossera è un particolare tipo di insetto che abbiamo importato dal Nord America intorno al 1800 e che di fatto ha distrutto il 99% delle colture di viti in tutta Europa. Per questo motivo infatti è molto raro trovare piante centenarie e quelle di Tramonti rappresentano un’incredibile eccezione.
PERCHÈ LE VITI DI TENUTA SAN FRANCESCO A TRAMONTI SONO SPECIALI?
La pietra pomice di origine vulcanica ha creato uno strato di protezione alle piante, rendendo impossibile per la piccola ma letale fillossera di penetrare e proliferare nel terreno. Questo particolare ha reso le viti del territorio di Tramonti praticamente immuni all’attacco dell’insetto ed è grazie a questo che ancora oggi, a passeggio per i terrazzamenti, possiamo ammirare alcuni esemplari che arrivano ai 400 anni di età.
Ovviamente queste piante offrono una produzione limitata, (ci hanno raccontato che spesso i grappoli si contano sulla punta delle dita), ma il romanticismo di poter assistere al continuum di una vendemmia che va avanti da quasi cinque secoli è una magia che non ha eguali per chi ama il vino.
Essere lì è stato davvero emozionante e nella masseria risalente al ‘700 con una vista mozzafiato sulla vallata abbiamo assaggiato la specialità di casa, sua maestà il Tintore, prodotto con un’uva autoctona a bacca rossa introvabile al di fuori di queste terre.
In passato quest’uva era la più esportata nella provincia di Napoli e di Salerno perché, come si può intuire dal nome, il Tintore veniva utilizzato da altri produttori per tagliare i propri vini e donare in primis colore e struttura e, altro elemento importantissimo, l’acidità classica di tutte le uve coltivate nella zona.
Altro vino tipico della DOC Amalfitana è la Pepella, che seppur in minima parte è prodotta anch’essa da queste vigne pre-fillosserica, quindi ultracentenarie.
Si tratta di un autoctono facilmente riconoscibile alla vista del chicco per la tipica “doppia acinellatura”, caratterizzata da acini grandi e da altri più piccoli che, data la somiglianza con gli acini di pepe, danno il nome Pepella alla varietà.
La pergola* rappresenta l’impianto più diffuso nel territorio, un simbolo che richiama i tempi in cui le famiglie vivevano dei frutti della propria terra e così all’ombra della pergola – che era di vita ma spesso anche di limoni – veniva piantato un orticello che poteva crescere al riparo dagli eccessivi del bello e del cattivo tempo ed era un’importante fonte di auto sostentamento per la famiglia intera.
NOTA: La pergola è un sistema di allevamento e potatura applicato nei vigneti. Ci sono molte varietà (semplice, trentina, veronese, romagnola etc), ma di base si compone di una serie di pali verticali a sostegno di un’impalcatura posizionata orizzontalmente o in maniera obliqua e formano una copertura sotto cui far crescere la vite.

Infine alcuni cenni storici riguardano San Francesco, così importante per da dare il nome alla tenuta stessa in quanto protettore del vino e del latte. Nel passato si era soliti omaggiare la figura del Santo raffigurando la sua immagine sulle botti di affinamento e tenendola bene in vista nei vigneti e per non rompere il legame con questa tradizione, ancora oggi l’azienda Tenuta San Francesco di Tramonti dona ogni anno una piccola parte del ricavato della propria produzione ai monaci del convento come voto e buon auspicio per le vendemmie future.
Un’altra nota di colore, romanticismo, folklore e tradizione che rendono ancora più romantica la storia di questa piccola azienda vinicola che ci ha conquistato ed ha guadagnato un posticino nella cantina del nostro Spaccio Grosso.
Da Tramonti è tutto, appuntamento alla prossima puntata del nostro viaggio on the road, sulle tracce del gusto.
Thomas & Bianca.